È da poco uscita su Netflix e TIMvision la quarta stagione di SKAM Italia, la serie che dal 2018 fa impazzire i ggiovani, remake italiano della quasi omonima serie norvegese. SKAM racconta le vicende di un gruppo di liceali romani alle prese con problemi di tutti i giorni: amori, gelosie, tradimenti, verifiche di storia. La serie è diventata un vero e proprio fenomeno di costume per la fascia d’età adolescenziale, che apprezza il realismo delle dinamiche e si appassiona alle vicende di ragazze e ragazzi che, come mai prima d’ora, riesce a sentire vicini a sé. Ma SKAM può essere molto interessante anche per gli adulti. Ecco ad esempio 3 motivi per vederla anche se hai più di 15 anni.
1) Il progetto crossmediale
Oltre che una serie di successo, SKAM Italia è un progetto crossmediale ambizioso e riuscitissimo. Le prime tre stagioni sono state distribuite da TIM Vision settimana per settimana con una contemporaneità perfetta tra eventi narrati e quotidianità degli spettatori. All’inizio di ogni scena, appaiono a schermo data e orario precisi in cui si svolge, il che permette di collocare alla perfezione i contenuti extra distribuiti su altre piattaforme: chat Whatsapp, video-messaggi, fake post sui social, playlist, in un gioco di rimandi continuo. Un gioco che si rispecchia in un linguaggio che integra a schermo anche all’interno delle puntate della serie i social media più disparati in maniera efficace e realistica.
A causa della pandemia di Coronavirus purtroppo questo non vale per la quarta stagione, girata prima che si potesse immaginare il volgere degli eventi e distribuita su Netflix tutta in un’unica soluzione il 15 maggio scorso. Ma sulla quarta stagione torniamo tra poco.
2) La naturalezza dei dialoghi e la bravura degli attori
SKAM Italia è la prima serie teen che non sembra scritta da adulti maldestri. Ogni dialogo risulta naturalissimo, sembra uscire dalla bocca di adolescenti veri, non da quarantenni che cercano di imitarne il linguaggio. Certo, data l’ambientazione romana la conseguenza diretta è che si sprecano modi di dire e inflessioni dialettali, con mille “zi’”, amici che “se paccano”, feste “piene de fregna”, e via così andando, ma il risultato funziona. Merito anche di una squadra di giovani attori che se la cava benissimo sia nel trasmettere questo senso di naturalezza, con un ritmo degli scambi davvero azzeccato, che nel costruire personaggi rotondi e sfaccettati, a cui è difficile non affezionarsi.
3) La quarta stagione
Nonostante la serie sia corale, ogni stagione ha un protagonista. Nella quarta, appena uscita, il focus si sposta su Sana (Beatrice Bruschi). Da sempre uno dei personaggi più pungenti e sarcastici della serie, Sana è musulmana. Questo genera un ovvio conflitto interiore, dato che frequenta un giro di amicizie esclusivamente non musulmane, dedite alle tipiche serate da adolescenti fatte di alcool a volte in eccesso, limoni duri e occasionali scopate (o scopate occasionali?).
La quarta stagione ci porta al cuore di questo conflitto, finora quasi ignorato, e dà spessore a un personaggio che già diceva tanto ma appariva un po’ monodimensionale. E soprattutto tratta la quotidianità di una giovane donna musulmana in Italia oggi con delicatezza e argomenti raffinati, senza scadere in facili generalizzazioni ma anche senza andarci troppo leggera. Certo, il contesto è sempre quello di una serie teen, ma può valere una visione anche per chi è ampiamente fuori target.
Guarda SKAM Italia su TIM Vision
Guarda SKAM Italia su Netflix
E per chi non ha voglia di vedere le stagioni precedenti, c’è sempre il mega-recap di Filippo:
(Fano, 1985) vive a Bologna, dove si occupa di comunicazione e organizzazione eventi con un’attenzione specifica al settore cinematografico. Laureato in Scienze della Comunicazione, ha collaborato negli anni con vari portali specializzati in storytelling, cinema e fumetto, tra cui Comicus, Komix.it e i siti del Network Metropolitano Giovani Online del Comune di Bologna. Ha pubblicato racconti e fumetti brevi con Delos Books, Associazione Culturale Double Shot, Kappa Lab e altri e frequenta il Corso Avanzato a Bottega Finzioni, la scuola di scrittura fondata da Carlo Lucarelli. Il suo primo cortometraggio da sceneggiatore, Revenge Room, è stato presentato nel 2020 alla Mostra del Cinema di Venezia. Gestisce il blog Dietrolenuvole.com.
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